Articolo aggiornato il 18 Febbraio 2023
Il perdurare della pandemia causata dall’oramai plurinominato virus Covid-19 impone l’osservanza delle tre regole consigliate dai medici ricercatori di tutto il mondo:
- Distanziamento di almeno 1 metro
- Mascherina protettiva
- Igienizzazione delle mani con gel alcolico
Le mascherine monouso rimangono il dispositivo di protezione individuale (Dpi) che richiede un continuo ricambio.
Ma da cosa proteggono le mascherine e perché sono così importanti per il contrasto al virus?
I coronavirus sono 600 volte più piccoli di un capello (100/150 nanometri di diametro) e il loro veicolo sono le goccioline (droplets) delle secrezioni della bocca e del naso espulse durante uno starnuto, un colpo di tosse o una normale conversazione tra individui.
Con lo starnuto della persona, per esempio, queste goccioline si diffondono anche fino a 4 metri di distanza e possono raggiungere una dimensione più modesta (pochi micron) da non sottovalutare.
Quali mascherine scegliere?
Due sono le categorie di mascherine, disponibili in commercio, da usare per il contrasto al coronavirus.
Le mascherine chirurgiche, che proteggono il soggetto dalla contaminazione esterna (il 20%) ma, soprattutto, hanno una capacità filtrante verso l’esterno superiore del 95%.
Questo cosa significa: sono dispositivi medici che impediscono a chi le indossa di contagiare altre persone (vedi lo studio pubblicato su Nature Medicine).
Le mascherine chirurgiche, pero’, garantiscono una protezione meno elevata delle mascherine FFP nei confronti del virus che proviene dall’esterno, proprio perché non aderiscono bene al volto e non trattengono le particelle molto fini generate, ad esempio, dall’aerosol.
Le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3 sono dispositivi di protezione individuale adatti per un uso industriale che proteggono dalla contaminazione esterna di polveri, fumi e veleni.
Per la loro alta capacità di filtraggio dell’aria sono usate anche nei reparti di malattie infettive in quanto lo strato esterno della mascherina protegge dalle particelle di dimensioni più grandi (fino a 10 micron di diametro).
Inoltre aderiscono bene al viso in modo da evitare spazi dove le particelle possono passare. Sono disponibili con o senza valvola.
Capacità filtrante delle FFP senza valvola
Le mascherine FFP senza valvola si differenziano per la filtrabilità. Ecco le tre categorie di mascherine FFP.
FFP1: 72% di flitrabilità dall’esterno verso l’operatore e viceversa
FFP2: 92% di filtrabilità in entrambe le direzioni
FFP3: 98% di filtrabilità in entrambe le direzioni. Protezione quasi totale
Capacità filtrante delle FFP con valvola
Le mascherine FFP con valvola proteggono solo chi le indossa e non gli altri, in quanto la valvola permette la fuoriuscita del respiro.
Hanno una identica filtrabilità in entrata delle altre mascherine FFP senza valvola ma filtrano solo il 20% del respiro in uscita.
Quindi non dovrebbero essere usate dalla popolazione generale al di fuori dell’ambiente ospedaliero, perché le persone infette (quindi anche gli asintomatici) che le indossano potrebbero trasmettere la malattia ad altre persone.
Conclusioni
Da tenere sempre presente è il fatto che le mascherine chirurgiche sono monouso in quanto non ci sono procedimenti che ne attestano la loro disinfezione. L’uso di disinfettanti potrebbe infatti danneggiare il tessuto che le compone.
Si possono lasciare all’aria aperta per almeno 12 ore prima del successivo riutilizzo con l’accortezza di non toccare la parte interna della mascherina. Il consiglio rimane quello di cambiarle dopo 2/4 ore.
Pertanto la sicurezza maggiore, per la filtrazione del respiro in uscita e in entrata, si ottiene con l’uso di mascherine FFP senza valvola.
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Foto di copertina: pexels.com