Spedizione con corrieri

In Italia l’e-commerce si consolida: quali sono gli imballaggi migliori?

In quest’anno di pandemia, il web è stato utilizzato per informarsi, passare il tempo e mantenere la socialità, ma anche per lo smart working e per effettuare acquisti.

Secondo il recente report di una nota società italiana, l’Europa è il continente con la più alta penetrazione di Internet, pari all’89,4%, con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente.

E le persone che effettuano acquisti su Internet sono 480 milioni nel 2020, contro i 455 milioni del 2019. 

Oggi l’e-commerce è diventato strutturale alla strategia di qualunque gruppo produttivo. Gli italiani hanno scoperto la possibilità di acquistare on-line e di certo non la dimenticheranno.

Sempre secondo il report pubblicato in questo mese di maggio, le vendite online al dettaglio sono oggi pari a 376 miliardi di euro del 2020, 67 miliardi di euro in più dell’anno precedente, ben oltre le stime previste.

Lo scorso anno, l’81,5% degli internet users ha cercato un prodotto o un servizio online, il 90,4% ha visitato un e-store e il 76,8% ha acquistato un prodotto online. 

Sempre secondo le stime del report, l’e-commerce nel mondo ha prodotto un fatturato di 10.780 miliardi nel 2020, tra B2C e B2B. Il commercio online al dettaglio, che nel 2020 rappresentava il 23% del totale, rappresenta oggi il 39% per una combinazione di diminuzione delle transazioni B2B a causa delle numerose chiusure delle attività e dell’aumento del B2C. 

Prima della crisi, le aziende realizzavano oltre il 30% delle vendite online (il 28% in media nei marketplace e il 6% sui propri siti web). Durante il blocco, le vendite online sono aumentate al 65%.

Sono in media il 73% degli utenti che acquistano tramite marketplace, con picchi sopra il 90% in Cine, UK, Spagna, Germania, Polonia e Italia. 

E-commerce ed Imballaggi: scopri la linea ColomPac®

Nel comparto degli imballaggi la linea ColomPac® di scatole e buste di cartone autoformanti si differenzia per diversi aspetti.

Una linea di imballi che sta scoprendo un alto seguito anche perché sono scatole certificate per essere usate con il corriere DHL.

Imballaggi

La linea comprende:


La
struttura della scatola è regolabile e piegabile a seconda dell’oggetto da inserire.

Con una leggera pressione, pertanto, si può trovare la giusta dimensione con numerosi vantaggi.

Gli imballi ColomPac®  sono costituiti da cartone fustellato ad altezza variabile e ciò permette la sicurezza dell’oggetto riposto all’interno.

Il bordo in doppio cartone e gli angoli rinforzati proteggono il contenuto dagli urti rendendo il prodotto adatto a spedizioni di parti elettroniche o ricambi particolarmente delicati.

La chiusura è antitaccheggio, con una striscia adesiva interna.

Per il tuo e-commerce, la tua attività commerciale o ufficio ti suggeriamo la linea di scatole e buste in cartone ColomPac®.

Vantaggi:

  1. facilità nell’assemblaggio delle scatole
  2. uso di pochi formati data l’adattabilità della struttura modulabile
  3. struttura in cartone fustellato per una spedizione sicura anche di articoli delicati
  4. sicurezza (sistema brevettato antitaccheggio).

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Potresti leggere anche: Il packaging è il modo migliore per presentare un articolo

 

 

Pagina Facebook aziendale

Come gestire la pagina Facebook della tua azienda: 6 consigli utili

La pagina aziendale è uno strumento di Facebook per creare una vetrina online della tua azienda, farti conoscere, acquisire nuovo pubblico e fidelizzare i clienti.

Grazie alla pagina aziendale puoi creare un profilo social dedicato soltanto all’azienda, ma corredato anche di tutta una serie di possibilità di interazione col cliente, dal contatto diretto alla vendita, dal catalogo prodotti alle sponsorizzazioni.

In più, la pagina aziendale ti consente di monitorare e analizzare l’andamento della pagina stessa e quindi della tua strategia di marketing digitale attuata tramite Facebook.

Però, non basta aprire la pagina Facebook e invitare i tuoi amici a mettere mi piace. Lo scopo è quello di farsi conoscere dal tuo pubblico di riferimento.

In questo senso parliamo di ottimizzazione della pagina Facebook, grazie alla quale potrai:

• aumentare popolarità e traffico,

• convertire il traffico in clientela,

• far salire il tuo e-commerce sulla serp di Google,

• vendere i tuoi prodotti/servizi.

Insomma, ottimizzare la tua pagina Facebook aziendale ti permetterà di raggiungere un pubblico molto più vasto.

Interessante, non trovi?

Come ottimizzare la tua pagina Facebook aziendale in 6 step

Ottimizza la pagina Facebook della tua azienda seguendo questi 6 consigli.

Innanzitutto quando inserisci le informazioni della tua azienda, aggiungi tutti i dettagli richiesti dal modulo. Questa fase è molto importante, non sottovalutarla.

Fai molta attenzione a scegliere la categoria di riferimento del tuo e-commerce.

1. Aggiungi le immagini e il logo aziendale

Foto profilo e foto di copertina sono più rilevanti di quello che pensi per comunicare col pubblico.

Danno subito un’idea di chi sei e di come sei.

Inserisci foto di qualità, rispettando le dimensioni della piattaforma, e foto professionali.

Nel testo che descrive l’immagine di copertina, inoltre, inserisci anche il link del tuo sito web.

Non dimenticare di inserire anche il logo dell’azienda, che puoi usare benissimo come immagine di profilo.

2. Crea una community

Crea una community, elemento fondamentale all’interno della costruzione di un piano di social media marketing.

La community ti permette di essere più informale e di creare una vera e propria relazione con i tuoi utenti, chiedendo magari il parere su qualche prodotto o servizio.

Shop Scriba

3. Invita gli utenti a compiere un azione

Una call to action  (CTA) aiuta moltissimo per l’aumento del traffico e delle vendite.

La pagina Facebook permette di inserire molti pulsanti che invitano all’azione: compra, invia un messaggio, ecc.

Devi solo decidere come coinvolgere i tuoi clienti e invitarli a fare una determinata azione.

4. Punta sul contenuto visivo

Aperta la tua pagina Facebook non puoi trascurarla, quindi organizzati per gestirla al meglio.

Ideale è inserire post ogni giorno fornendo contenuti di vario genere: articoli, video, immagini, infografiche d’impatto.

Ciò che conta è essere originali e in sintonia con il brand che si rappresenta.

Crea contenuti che attirano i clienti usando un linguaggio chiaro e privo di tecnicismi.

5. Interagisci con il pubblico della tua pagina aziendale

Sfrutta l’interazione e rispondi sempre in modo educato ai commenti.

Usa le stories per proporre i tuoi prodotti, gli sconti o le ultime novità.

Ricordati poi di collegare la pagina a Messanger, così da poter rispondere subito a chi ti scrive per ricevere informazioni. Sono potenziali clienti.

6. Ricorda che Facebook non è gratis se hai intenzione di farne una risorsa di business

Se è vero che aprire e gestire una pagina Facebook non costa nulla in termini di denaro, per raggiungere degli obiettivi concreti di business è indispensabile partire con un investimento, seppur minimo.

Per raggiungere il nostro target dobbiamo cioè investire in Facebook Ads, gli annunci sponsorizzati da Facebook.

Facebook, quale canale pubblicitario che risponde alle logiche dell’advertising, non è però la tua casa, non dimenticarlo.

Ecco perché la tua strategia di marketing deve partire dal tuo sito web e prevedere un’azione integrata di Inbound marketing e social media marketing.

Puoi leggere anche: Cos’è il Brainstorming e come funziona

Scopri gli articoli in Promozione su shop.scribanet.com oppure vieni a trovarci nello store Scriba di San Bonifacio (Verona).

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Brainstorming

Brainstorming: 4 modelli a confronto per sviluppare e confrontare le idee

Il brainstorming, nel senso tradizionale ideato da Osborn e Clark, prevede che il gruppo di lavoro si trovi e crei una tempesta creativa di idee con il minor numero possibile di regole e costrizioni.

Oggi però il concetto di brainstorming viene inteso in maniera più libera e descrive spesso qualsiasi tipo di ricerca di idee spontanea, indipendentemente dal fatto che ci si trovi in gruppo o da soli o anche a casa.

Anche l’ambiente di lavoro moderno ha portato a nuove varianti di brainstorming.

Sono sempre di più gli uffici che utilizzano le piattaforme online per scambiarsi idee per poi svilupparle ulteriormente. 

Tuttavia, alcune delle varianti presentate di seguito si allontanano molto dal concetto di base del brainstorming ideato da Osborn e Clark.

Vediamole insieme.

1.Brainstorming ABC

Nel brainstorming ABC si cerca di trovare un’idea appropriata che cominci con ciascuna lettera dell’alfabeto, scelta di volta in volta liberamente.

Il brainstorming ABC è un metodo popolare usato quando il gruppo si trova in una situazione di stallo o se la ricerca delle idee si è fermata. È una tecnica particolarmente adatta per trovare un nome o uno slogan pubblicitario.

Il rischio nel brainstorming ABC è quello che i partecipanti, concentrandosi troppo sulla lettera scelta limitino la loro creatività. E ciò contrasta con l’idea originaria del brainstorming, visto come una tempesta di idee senza filtri.

Ricordate infatti il principio: più regole fissate per un brainstorming, meno idee davvero originali riceverete.

2.Brainstorming elettronico

Per riunire le “idee digitali” si utilizzano software come Slack o una Spike.

Grazie a questi programmi si possono raggruppare i dipendenti e chiedere loro di esprimere le proprie idee in un post.

Il brainstorming elettronico perde però l’aspetto dell’interazione faccia a faccia, sacrificando così un vantaggio essenziale del brainstorming classico.

L’aspetto positivo è la possibilità di mettere a frutto la creatività anche quando i membri del gruppo di lavoro non possono incontrarsi fisicamente.

Per il brainstorming elettronico ci sono diverse possibilità: si può pensare a uno scambio tramite forum o a una piattaforma del team o a un documento su cui possono lavorare più persone.

Videoconferenze

La videoconferenza si avvicina di più al classico brainstorming.

In questo caso si utilizzano programmi di videochat come Skype (o piattaforme simili) e, dal momento che questa tecnica di brainstorming avviene in tempo reale, non si sacrifica l’aspetto della creatività spontanea.

Tuttavia, una videochat non può sostituire del tutto l’interazione naturale face-to-face e può formarsi una barriera mentale tra i partecipanti.

In questa variante anche il moderatore ha più responsabilità e deve far fronte a condizioni particolari e a difficoltà tecniche che emergono nella videoconferenza, come un’interruzione di connessione o la mancanza di concentrazione dei partecipanti.

Brainstorming

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3.Brainwriting

A differenza del classico brainstorming, il brainwriting si basa sulla trascrizione privata delle idee, a scapito delle dinamiche all’interno del team. 

Gli appunti (spesso anonimi) vengono raccolti dal moderatore e poi vengono discussi e analizzati insieme nel gruppo.

Il brainwriting è un metodo efficace nel caso in cui alcuni partecipanti risultino meno adatti per diversi motivi al classico brainstorming (ad esempio per via di barriere linguistiche o per motivi caratteriali) o se le condizioni rendono impossibile incontrarsi di persona (distanza dei partecipanti, mancanza di sala conferenze adatta, ecc.).

Vantaggi del brainwriting

Uno dei punti di forza del brainwriting consiste nel non associare l’idea a una persona, a differenza di quanto avviene nel classico brainstorming dove un’idea è collegabile chiaramente alla persona che l’ha espressa.

Questa tecnica di brainstorming ha però il vantaggio di creare pari opportunità per tutti i partecipanti: possono infatti emergere anche idee che non verrebbero per niente espresse in un classico contesto di brainstorming.

In una sessione di brainstorming le buone idee vengono spesso elaborate, mentre nel brainwriting le proposte si possono sviluppare tramite molti passaggi e di conseguenza attraversano un processo più lungo.

4.Brainwalking

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, il brainwalking è una variante molto utilizzata del brainstorming in cui viene costantemente attivata la creatività dei partecipanti posizionando in maniera intelligente cartelloni e post-it in tutto l’ufficio. 

I partecipanti hanno la possibilità di fissare i loro pensieri su questi cartelloni o lavagne di modo che alla fine ne emerga una raccolta di idee. 

Il brainwalking si slega così dalla cornice di un meeting o di una chatroom, e si basa sul fatto che i partecipanti annotino qualcosa che viene loro in mente spontaneamente mentre sono al lavoro.

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lungo la Strada Statale 11 di fronte al supermercato Eurospin.

Il nostro personale sarà felice di consigliarti al meglio.

 

smartworking

Digitalizzazione e smartworking: gli effetti della pandemia sulla carriera lavorativa

La pandemia causata dal Coronavirus ha provocato dei repentini cambiamenti per quanto riguarda gli aspetti lavorativi.

Se per i cinquantenni la carriera significava dedicare energie, impegno e dedizione all’azienda, con l’avvento della crisi attuale tutto questo sembra essere crollato.

Digitalizzazione e smartworking sono entrati di peso nelle necessità impellenti di ogni realtà economica.

Dai consigli di amministrazione delle multinazionali ai piccoli studi professionali la paroda d’ordine è stata quella rivedere i piani di gestione del personale.

I percorsi lineari di crescita professionale possibili in organizzazioni di tipo fordista, cioé con una struttura piramidale, si sono trasformati.

Dal sistema Toyota alla Sharing economy

Dal modello di F. W.Taylor (con l’organizzazione scientifica del lavoro degli inizi del ‘900) dal quale trae ispirazione Henry Ford si è passato ai modelli organizzativi quali il sistema Toyota fino al più recente legato alla “sharing econonomy”, cioè un modello economico basato sull’utilizzo condiviso di beni, spazio e strumenti.

Ecco che le persone coinvolte si organizzano in Rete producendo valore.

Questa economia della condivisione abbraccia concetti quali il “coworking” (il modo di vita collaborativo), il car sharing (il consumo collaborativo), il “fablab” (la fabrica di laboratori).

Questo tipo di economia contiene una dimensione etica e ambientalista legata al mondo delle associazioni che operano senza fini di lucro ma creano, però, una rete di scambi.

Dallo sviluppo di applicazioni, spazi e strumenti condivisi si genera un utile che permette, a queste figure professionali, di rimanere sul mercato.

smartworking

Per il tuo Smarworking guarda gli articoli in PROMOZIONE questa settimana:

Competenze trasversali

Da questo scenario guardiamo alcuni aspetti.

Sono oramai più di 10 anni che i dirigenti d’azienda sono diminuiti, segno che il rischio legato all’attività di impresa si è trasferito al dipendente stesso.

La sua figura è divenuta a metà tra il dipendente vecchia maniera e il lavoratore autonomo, in quanto sempre pronto a cambiare azienda.

Ecco l’importanza della formazione continua e del costante aggiornamento. 

Chi più riesce ad espandere le proprie competenze, soprattutto con un occhio al settore informatico, più è in grado di soddisfare le richieste del mercato del lavoro.

Smartworking: una realtà in crescita

Il mercato delle professioni si trova di fronte a questo modo di lavorare: lo smartworking.

La natura di questo lavoro non è tanto quella di trovarsi a casa invece che in azienda ma nella possibilità, data al dipendente, di autogestirsi e organizzarsi in base a degli obiettivi concordati.

In questo contesto si chiede alla persona una stabilità, capacità e solidità personale che siano in grado di trovare un senso al percorso che si sta facendo.

Un cambio di passo nella gestione della propria professione che, molto spesso, induce ad abbinare all’attività primaria (irrinunciable fonte di reddito) una seconda che garantisce una maggiore realizzazione sul piano personale.

E così c’è chi diventa un allenatore, un accompagnatore di montagna o chi si dedica al volontariato.

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Modelli organizzativi aziendali a confronto: Toyota con FCA-Chrysler

In questi tempi, anche a causa dei continui lockdown dovuti alla pandemia, le aziende hanno rivalutato i propri modelli organizzativi. 

Di fronte alle avversità che destabilizzano il regolare corso di ogni attività economica, chi dirige una società è chiamato a reimpostare la strategia di lavoro.

Molto spesso queste sono decisioni che si rifanno a modelli di gestione già adottati.

È il caso del “modello Toyota”, il sistema di organizzazione della produzione nato nell’omonima casa automobilistica giapponese dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Il modello Toyota: i cardini del sistema

Il Toyota Prodution System si contrappone al modello fordista, cioè su una organizzazione piramidale dell’impresa in cui alla base ci sono gli operai, salendo si trovano le varie categorie di manager fino a raggiungere l’amministratore delegato (al vertice della piramide).

La fabbrica, con il modello Toyota, diviene un luogo in cui i lavoratori non si sentono più divisi da gerarchie ma collaborano insieme con le proprie idee e competenze.

Il fine è quello di ottenere un risultato, il migliore possibile in termini di qualità e quantità.

I 5 punti fondamentali del modello

Cinque sono i punti su cui si basa il sistema Toyota:

  1. Ridurre i sovraccarichi
  2. Eliminare gli sprechi
  3. Evitare le incosistenze
  4. Raggiungere i risultati in modo semplice
  5. Ottenere flessibilità senza stress

Ci sono anche altri due principi sviluppati dalla Toyota.

Il Toyota Way, cioè quel continuo miglioramento che include il coraggio di accettare la sfida e stimolare la creatività e il Toyota Kaizen per cui il business si migliora in maniera costante, con l’innovazione e le giuste decisioni (con ricerca e analisi dei dati).

magazzino

Il modello Marchionne

Anche in Italia abbiamo avuto un modello organizzativo di successo.

Parliamo del modello di “fabbrica piatta”, impostato da Sergio Marchionne, alla guida di Fiat Auto di Torino fino alla Chrysler americana.

La realtà organizzativa di Marchionne si basa sul livellamento dell’attivià lavorativa.

Secondo Marchionne “più piramidi crei e peggio gestisci l’azienda”.

Ad una domanda di uno studente al Festival dell’Economia di Trento nel 2014 il manager afferma: “Se io avessi tre vice sotto di me starei tutto il giorno a rompere loro le scatole informandomi su cosa stanno facendo”. 

E continua Marchionne: “Più stretto è il controllo e peggio funziona l’azienda. È per questo che io ho 70 o 80 persone con le quali lavoro direttamente e così rompo loro le scatole in maniera più distribuita.”

Il modello di azienda piatta: un sistema orizzontale

Ecco quindi che il modello di azienda piatta, adottato dal famoso manager, mira a far crescere l’azienda con la condivisione delle decisioni e la rapidità di esecuzione.

Meno livelli dirigenziali intermedi e distribuzione della responsabilità sono due aspetti da tenere sempre presente anche in piccole-medie realtà.

Un sistema aziendalistico orizzontale, senza legami gerarchici e con un sistema collaborativo ampio, è la soluzione che rende agile il lavoro.

Non dimentichiamo, però, che il fulcro del “Marchionne pensiero” era la valorizzazione del personale.

Queste le sue parole quando si rivolse agli operai americani: “We are ordinary people”. 

E li ringrazia dicendo loro: “Siete voi le vere star.”

Organizza e pianifica, pertanto, il tuo magazzino o ufficio considerando i modelli di successo quali il modello Toyota e il sistema di organizzazione piatta di Marchionne.

Ti proponiamo un serie di articoli utili (vedi l’immagine sopra) per pianificare la settimana lavorativa nei vari reparti produttivi.

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aria

Pulisci l’aria in casa e in ufficio con i purificatori

La permanenza tra le mura domestiche ci constringe a valutare anche la qualità dell’aria all’interno dei locali di casa.

Fondamentale è l’apertura delle finestre di una stanza più volte al giorno e dopo lunghi periodi di permanenza nei luoghi chiusi.

Bene sarebbe dotarsi di purificatori d’aria per una costante azione di filtraggio dell’aria dalle varie impurità.

L’ambiente dove si trascorrono molte ore della giornata richiede la nostra attenzione.

Nell’aria di casa spesso ci sono particelle organiche, acari della polvere e batteri, che rendono inquinati gli spazi.

Scopri cosa usare per purificare l’aria

Ecco allora che ci sono varie tecnologie utili a filtrare l’aria in modo costante e oltre la consueta apertura delle finestre.

Questi elettrodomestici che ci vengono in aiuto sono i purificatori d’aria.

Come funzionano i purificatori d’aria

Ci sono varie categorie di purificatori d’aria.

Tra questi troviamo:

  • filtri a carbone attivo, composti da un filtro che trattiene le particelle inquinanti disperse nell’aria
  • ionizzatori, sistema che agisce tramite ioni positivi che catturano le sostanze inquinanti e assorbite, poi, da una piastra dotata di carica negativa
  • polarizzazione elettronica, macchine che emettono un campo elettrico con la funzione di trattenere le particelle inquinanti
  • irradiazione ultravioletta, dispositivi dotati di lampade UV (raggi ultravioletti) che distruggono le particelle organiche
  • sterilizzazione termodinamica, macchine dotate di una piastra in ceramica che distrugge le particelle inquinanti con il calore (200°).

Scopri

Purificatori d'aria

La nostra proposta del mese:

La giusta scelta: quale purificatore preferire?

Diversi sono i modelli in commercio.

Il consiglio è quell di valutare anche i consumi elettrici dei vari apparecchi e il costo dei vari filtri HEPA da sostituire.

Valuta anche la capacità di filtraggio e il volume d’aria che può essere trattato dal singolo apparecchio: questo per capire quale modello è adatto agli spazi da purificare.

Leggi anche: Purificare l’aria è un’azione sana e consigliata

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