L’uso dei detergenti utili alla sanificazione di casa e ufficio è sempre più una priorità anche per rispettare le regole igieniche di base.
Fare confusionetra sanificazione, igienizzazione e disinfezione comporta il rischio di adottare misure insufficienti per garantire la sicurezza in luoghi pubblici e sul lavoro.
Facciamo chiarezza su questi termini, che spesso vengono usati come sinonimi.
Igienizzazione, sanificazione e disinfezione
Sono tre diversi stadi di pulizia da considerarsi l’uno il miglioramento e il completamento dell’altro.
Con il termine igienizzazione si intende infatti l’insieme di operazioni necessarie a rimuovere lo sporco come la polvere, i liquidi, il grasso e il materiale organico da qualsiasi superficie.
È un’operazione preliminare e indispensabile ai fini delle successive fasi di sanificazione e disinfezione. Può essere fatta a mano o con macchine detergenti.
La sanificazione è invece un intervento mirato ad eliminare qualsiasi batterio ed agente contaminante che non si riesce a rimuovere con le comuni pulizie.
La sanificazione viene fatta con dei prodotti chimici detergenti che riportano il carico microbico allo standard di igiene accettabile e nella norma.
Quando parliamo invece di disinfezione ci riferiamo all’applicazione di agenti disinfettanti, quasi sempre di natura chimica o fisica (calore), che sono in grado di ridurre, tramite la distruzione o l’inattivazione, il carico microbiologico presente sulle superfici da trattare.
È fondamentale che la sanificazione e la disinfezione siano precedute dall’igienizzazione, per evitare che residui di sporco possano comprometterne l’efficacia.
Sanificazione e prodotti disinfettanti: il nostro consiglio
La sanificazione è dunque l’operazione principe per quanto riguarda sia il contenimento del COVID-19 che delle altre cariche batteriche o virali.
È importante sapere che i prodotti disinfettanti, associati all’acqua e ai normali detergenti neutri, sono sufficienti per la decontaminazione delle superfici.
Ricordiamo che una base di alcool, minimo 70%, o ipoclorito di sodio sono in grado di ridurre significativamente il numero di virus dotati di ‘involucro’, come il coronavirus.
Prodotti per la disinfezione
I principi attivi maggiormente utilizzati nei prodotti disinfettanti (riconosciuti come Presidi Medico Chirurgici – PMC) sono:
l’etanolo
i sali di ammonio quaternario (cloruro di didecil deimetil ammonio (DDAC)
il cloruro di alchil dimetilbenzilammonio (ADBAC)
il perossido d’idrogeno
il sodio ipoclorito
Verificare sempre, inoltre, le concentrazioni e i tempi di contatto scritti sulle etichette dei prodotti disinfettanti.
È fondamentale non miscelare prodotti diversi perché si potrebbero generare sostanze pericolose.
Se vuoi approfondire leggi il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità a questo link.
Il perdurare della pandemia causata dal Coronavirus SARS-CoV-2 impone di osservare diverse misure di prevenzione.
Tra queste c’è il controllo della temperatura corporea senza contatto e senza infettare lo strumento di rilevazione, con termometri infrarossi, prima dell’accesso ai luoghi di lavoro, scuole, uffici pubblici, ristoranti, palestre e altro.
Noti come thermoscanner, termometri laser o termometri a distanza sono degli utili strumenti indicati anche nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.
Questo protocollo è stato sottoscritto tra le parti sociali, in accordo con il Governo, il 14 marzo 2020 e integrato il 24 aprile 2020, per la ripresa in sicurezza delle attività lavorative.
Punti di forza dei termometri infrarossi
I termometri infrarossi portatili sono un utile supporto per la misurazione della temperatura a distanza.
Il loro funzionamento, che si attua con il rilevamento del calore emesso dal corpo umano, è ottimale a una distanza tra 1 e 5 cm. dal termometro infrarossi e la parte del corpo interessata per la registrazione della temperatura.
I punti di forza sono:
garanzia igienica
costi contenuti
poco invasivi
semplici da usare
Certificazione: garanzia per la sicurezza
La garanzia di questi strumenti, per la sicurezza, è data dalla certificazione CE.
La direttiva principale si basa sull’accordo al regolamento sui Dispositivi Medici (UE) 2017/745 (MDR) o Direttiva 93/42/CEE (MDD).
Da notare che questi strumenti, oltre a garantire la precisione di misurazione, assicurano anche il rispetto dei requisiti di sicurezza presenti nella norma ISO 80601-2-56:2017, Medical electrical equipment, Particular requirements for basic safety and essential performance of clinical thermometers for body temperature measurement.
Altri dispositivi: i Thermoscanner
Oltre ai termometri a infrarossi ci sono i Thermoscanner che sono dei piccoli strumenti fissi dotati di uno schermo con dei sensori di temperatura e riconoscimento facciale.
In questo modo lo strumento misura sia la temperatura del soggetto e, contestualmente, verifica la presenza della mascherina.
Alcuni modelli dispongono di un lettore RFID (Radio Frequency Identification) incorporato per il controllo degli accessi, con o senza badge aziendale.
Ci sono anche modelli di thermoscanner con termocamera a infrarossi incorporata con software che riconoscono la temperatura facciale di più persone contemporaneamente (utili per le scuole).
Scegli di proteggerti con l’uso dei termometri a infrarossi e dei thermoscanner
Seguendo le tre regole fondamentali per difendersi dal Coronavirus, cioè protezione con mascherina, distanza di almeno 1,5 mt. e disinfezione con gel alcolici (alcool min. 70%), si può arrivare a limitare il rischio di contagio.
Con questi strumenti di rilevazione si aumenta il livello di sicurezza che, a quanto pare, non è mai troppa visto l’arrivo di nuove varianti del virus.
Tutti i Termometri infrarossi e i Thermoscanner sono in Promozione da Scriba, a San Bonifacio (Verona) lungo la SS 11, di fronte all’Eurospin.
La situazione della pandemia non va migliorando, anzi, in queste ultime settimane le nuove varianti del Covid spaventano i sanitari.
L’igienizzazione e la pulizia rimangono l’arma con cui difenderci, insieme alle mascherine e al distanziamento.
È in questo contesto che nascono i nuovi e rivoluzionari adesivi antimicrobici di Avery, un ulteriore aiuto alle operazioni di sanificazione che ogni giorno adottiamo.
La loro applicazione aiuta infatti a proteggere oggetti e superfici da batteri e virus.
Questi adesivi antimicrobici sono dotati di un rivestimento antibatterico che uccide al 99,9% batteri e microbi, ed è efficace contro la diffusione dei virus (virus considerato come influenza di tipo A).
Gli adesivi sono di tipologie varie e possono essere applicati su differenti superfici, come scrivanie, PC, schermi touch, maniglie delle porte, pulsanti degli ascensori, interruttori vari e tanto altro.
La pellicola fornisce una protezione permanente e continua, efficace fino a 5 anni.
Resiste ad acqua ed olio, anche se pulita con detergenti chimici.
Come funzionano?
Lo speciale rivestimento antibatterico degli adesivi è stato testato secondo gli standard globali ed è efficace al 99,9% contro batteri, virus e muffe, ed è garantito fino a 5 anni.
Il componente attivo agisce eliminando le condizioni di cui batteri e microbi necessitano per sopravvivere, duplicarsi e diffondersi.
Sappiamo che i virus usano i batteri o i microbi come ospite: uccidendo l’ospite lo strato antimicrobico ferma la diffusione del virus.
Gli adesivi antimicrobici Avery sono dunque un ulteriore aiuto a tutte le operazioni quotidiane di sanificazione delle superfici che utilizziamo e tocchiamo più spesso.
Adesivi Antimicrobici: le tipologie
Gli adesivi antimicrobici sono stati creati in 5 diversi tipologie:
10 fogli A4 (1 adesivo per foglio), perfetto per laptop o tablet
10 fogli A4 (2 adesivi per foglio), adatto per porte
10 fogli A4 (4 adesivi per foglio), per maniglie
10 fogli A4 (63 etichette tonde per foglio), ideale per campanelli
10 fogli A4 (68 etichette quadrate per foglio), perfetto per interruttori
Adesivi Antimicrobici Avery: dove utilizzarli?
Gli adesivi Avery sono permanenti o removibili, disponibili in diversi formati, pre-tagliati e pronti all’uso o in fogli A4 comodi da tagliare nelle forme e dimensioni desiderate.
In questo modo gli adesivi antimicrobici possono essere applicati a interruttori, pulsanti, maniglie, display, POS, aiutando a limitare la diffusione di virus e batteri a casa e soprattutto nei luoghi aperti al pubblico.
Ma anche negli Ospedali, laboratori e RSA dove gli adesivi possono essere applicati su tutti gli oggetti e le superfici condivisi dal personale e dai pazienti, oltre che su dispositivi di protezione individuale come le visiere, così da poter essere riutilizzati.
Gli adesivi antimicrobici sono un aiuto valido anche per proteggere il personale e i clienti di ristoranti, supermercati e negozi, utilizzandoli ad esempio su menù, POS, schermi touch-screen delle casse automatiche e dei monitor per effettuare ordini, maniglie dei carrelli.
Utili anche in ufficio per proteggere scrivanie, tavoli da riunione ma anche raccoglitori e attrezzature condivise.
A casa, invece, gli adesivi antimicrobici possono essere applicati negli spazi comuni, come gli interruttori, le cassette della posta e le maniglie, così come sugli oggetti e i documenti che si utilizzano di frequente, come smartphone, carte di credito e bancomat.
Molti sono i cambiamenti che ha portato questa pandemia e nel mondo del lavoro lo smart working è quello che ha suscitato più sviluppi.
Il lavoro da remoto, via computer, perché si rimane a casa per tutto il tempo in cui prima si stava in ufficio, comporta una serie di considerazioni.
Dal come organizzarsi nel miglior modo possibile a come destinare spazi della casa adeguati, lo smar working richiede una buona dose di intraprendenza.
L’ufficio in casa: da dove cominciare
Quando il tempo dedicato alla professione, che prima del Covid-19 veniva svolto negli uffici, si prolunga tra le mura domestiche allora deve scattare una certa dose di inventiva.
Scegliere il giusto ambiente, il tavolo di lavoro, la sedia da scrivania, il computer, la luce migliore ma anche definire gli orari, i rapporti con i colleghi e con i nostri familiari.
Come scegliere tavolo, sedia, computer e luce migliori
La postazione di lavoro deve essere accogliente, dal colore “caldo” (legno chiaro evitando vetro e marmo) e che garantisca una postura corretta.
Cerchiamo di mantenere la schiena dritta, i gomiti sul piano e gli avambracci che formano un angolo retto con le spalle.
Altrimenti usiamo dei cuscini o poggia schiena di supporto.
I piedi non devono ciondolare ma vanno appoggiati sul pavimento o su una pedana inclinata.
La sedia è importante perché mantiene corretta l’ergonomia del nostro corpo.
Il consiglio è di scegliere una poltroncina dotata di uno schienale con supporto lombare, una seduta con cuscino assorbente e con la possibilità di regolazione in altezza.
Le regole per contrastare la pandemia passano dall’igiene. Purtroppo il COVID-19 è un virus che condizionerà a lungo il modo di vivere delle persone.
Mantenere una distanza di sicurezza tra gli individui (minimo 1 metro), usare la mascherina monouso o FFP2 e curare l’igiene delle mani sono azioni efficaci per limitare al massimo il rischio di contagio.
Per quanto riguarda l’igiene delle mani, in casa e specialmente fuori casa, vediamo come comportarci e quali strumenti usare per vivere tranquilli ed avere un livello di sicurezza ottimale.
La pulizia delle mani
Lavarsi le mani in modo frequente è importante per limitare il contagio e la diffusione del coronavirus.
Per chi frequenta luoghi pubblici o tocca superfici potenzialmente contaminate è essenziale procedere con la pulizia delle mani.
È importante, inoltre, evitare di toccarsi bocca, naso e occhi se non si hanno a disposizione gel igienizzanti.
La cosa migliore è lavarsi le mani con acqua e sapone in quanto l’uso frequente di gel idroalcolici potrebbe indebolire le difese naturali della pelle delle mani.
Quindi si ottiene una pulizia perfetta delle mani frizionandole con un detergente liquido, per circa trenta secondi, sotto l’acqua corrente.
Per l’asciugatura il suggerimento è quello di usare degli asciugamani usa e getta, piegati o in rotolo, che assorbono velocemente l’acqua e garantiscono l’igiene in quanto monouso.
Come usare gli asciugamani monouso
Gli asciugamani usa e gettadi carta, per quanto riguarda il lato igienico, sono il metodo migliore per evitare di toccare parti contaminate.
Essendo monouso sono utilizzati da un solo individuo e la loro trama larga permette di trattenere una buona quantità di liquido, permettendo così alle mani di asciugarsi velocemente.
Gli asciugamani racchiusi nel loro distributore (sono reperibili sia in rotolo sia piegati uno ad uno) non vengono a contatto con agenti esterni e sono toccati solo da chi li estrae.
Numerosi sono gli studi che confermano quanto sia importante il sistema di asciugatura delle mani.
Nei palmi e sulle dita delle persone che adoperano le salviette usa e getta per asciugarsi rimangono meno batteri rispetto a coloro che si asciugano le mani con apparecchi elettrici ad aria.
Ricordati che l’aria è un veicolo di diffusione e, quindi, è utile stare attenti (o almeno evitare di rimanere nelle vicinanze dell’asciugatore mentre è in funzione) ai luoghi dove sono usati questi apparecchi.
Il vortice d’aria calda provocato dal sistema di asciugatura contribuisce a disperdere i microorganismi che si depositano sulle superfici circostanti.
Quindi gli asciugamani di carta monouso sono la scelta perfetta per l’igiene.
Oltre alla sensazione di pulito che si avverte quando ci si asciuga in una carta morbida, resistente e assorbente.
Abbiamo raccolto le domande più frequenti sul Coronavirus, in modo da condividere tutto quello che dovremmo sapere per affrontare la pandemia che vede crescere i contagi giorno dopo giorno.
Nel contempo ti proponiamo alcuni consigli su come pulire le mani e igienizzare gli ambienti.
1. Come si distingue la malattia da coronavirus dalla normale influenza?
Nei casi più leggeri, la malattia da coronavirus è indistinguibile dall’influenza. Provoca infatti tosse, naso chiuso, spossatezza, dolori, mal di testa e in alcune persone sindromi gastrointestinali.
Dopo alcuni giorni, ma solo nei casi più gravi, il virus scende dalle vie aeree superiori fin nei polmoni. A questo punto potrebbero mostrarsi i segni della polmonite, che è visibile ai raggi X e alla Tac.
Solo nei casi ancora più gravi (circa il 5% del totale) compaiono difficoltà nella respirazione.
Sono queste le situazioni in cui diventa necessario ricevere l’ossigeno ed essere ricoverati.
2. Come avviene il contagio?
Il virus viene trasmesso dalle persone infette tramite le goccioline emesse durante la respirazione, parlando, tossendo o starnutendo.
Le goccioline più grandi di 5 micron (in inglese droplet) possono ospitare il coronavirus e trasmetterlo fino a 1,5-2 metri dalla persona che le emette.
I virus permangono nell’aria per un tempo limitato (dipende se si è all’aperto o al chiuso) ma possono depositarsi sulle mani, ad esempio se ci ripariamo da uno starnuto o da un colpo di tosse, oppure sulle superfici degli oggetti.
Per questo una delle principali regole di igiene è quella di lavarsi spesso le mani.
Nell’immagine qui sotto i prodotti che ti consigliamo per l’igienizzazione delle mani.
Sanitec, Sani Gel mani da 1lt igienizzante e con proprietà antibatteriche
Perché il virus può depositarsi sulle mani, se le usiamo per coprire uno starnuto o un colpo di tosse.
Con le mani contaminate possiamo poi toccare un oggetto in un luogo pubblico: l’esempio classico è la maniglia dell’autobus.
Il passeggero successivo che toccherà la maniglia potrebbe contaminare anche le sue mani. Portandole poi al viso, il virus potrebbe penetrare nella bocca o nel naso, che sono vie di contagio.
La precauzione di lavare le mani è comunque utile per prevenire raffreddori o normali influenze di stagione.
4. Anche gli oggetti, oltre alle persone, possono essere contagiosi?
I virus hanno bisogno di contagiare un ospite per vivere e riprodursi.
Al di fuori di un organismo muoiono dopo poche ore o pochi giorni.
Il Coronavirus può arrivare a due o tre giorni, ma solo se trova le condizioni ideali.
Per i virus dell’influenza, sui quali sono stati condotti studi, queste condizioni prevedono basse temperature e umidità.
Anche se non muoiono completamente, i virus all’esterno dell’organismo si riducono di molto.
La raccomandazione è quella di pulire le superfici con prodotti mirati, come quelli che qui sotto descritti:
CIF salviette igienizzanti, ideali per la pulizia di tutte le superfici lavabili come lavandini, cucine, bagni, servizi igienici, bidoni, tavoli, sedie.
5. In questo periodo è meglio restare a casa?
Frequentare luoghi affollati ci espone al contatto ravvicinato con altre persone.
Il rischio di ammalarsi dipende da quanto è alta la possibilità che le altre persone siano infette e contagiose.
Il rischio è più alto vicino ai focolai dell’epidemia e irrisorio, pressoché nullo, dove il virus non è ancora arrivato.
La cosa più ragionevole è attenersi alle direttive delle autorità sanitarie, rispettando le zone rosse e le ordinanze.
Per lavarsi le mani bastano acqua e sapone, spiega il Ministero della Salute.
In assenza di acqua, si possono usare i disinfettanti a base alcolica che si trovano in commercio.
L’alcool deve avere una concentrazione di almeno il 60%.
Si può usare anche l’alcool normale (etanolo) al 75% o altri prodotti a base di cloro all’1%.
7. Chi non ha sintomi o è nella fase di incubazione è contagioso?
Maggiori sono i sintomi maggiore è la quantità di virus che si ha in corpo.
Non tossendo né starnutendo, le persone senza sintomi hanno una scarsa capacità di diffondere il virus.
Nonostante queste limitazioni, si stima che circa il 5% dei contagi dell’epidemia attuale sia stato causato da persone con sintomi assenti o molto lievi.
Nella fase che precede di poco la comparsa dei sintomi si comincia già a essere infettivi in modo significativo.
8. Chi ha fatto il vaccino contro l’influenza è più protetto?
No, i virus dell’influenza sono molto diversidal Covid-19.
Nelle settimane scorse alcuni medici hanno consigliato di fare il vaccino contro l’influenza solo per evitare la confusione fra i sintomi.
Poiché i disturbi dell’influenza di stagione e quelli dell’infezione lieve di coronavirus sono sovrapponibili, evitando di ammalarsi di influenza si evita di insospettirsi inutilmente di fronte a qualche linea di febbre.
9. Perché la quarantena dura 14 giorni?
Perché il tempo di incubazione massimo osservato è di 12 giorni, più 2 giorni di margine di sicurezza.
Dal momento del contagio alla comparsa dei primi sintomi passano in media 6 giorni (ma possono variare da 3 a 12).
La durata dell’incubazione può dipendere da quanto è alta la carica di virus che ha infettato una persona e da quanto è efficiente il suo sistema immunitario.
In generale, persone debilitate hanno tempi di incubazione più brevi.
10. Quali sono gli individui che rischiano di più?
Chi ha malattie importanti, soprattutto malattie cardiache, renali o diabete.
La polmonite causata dal coronavirus, nei casi gravi, mette tutto l’organismo sotto stress.
La respirazione è compromessa, ai tessuti arriva meno ossigeno, cuore e polmoni reagiscono accelerando il loro ritmo.
La situazione può durare diversi giorni, fino a quando il sistema immunitario riesce a prendere il sopravvento sul virus.
Gli individui fragili potrebbero perciò non resistere a un sovraccarico prolungato dei vari organi.
Cerchiamo, pertanto, di fare attenzione e di rispettare tutte le regole suggerite dagli organi sanitari.
L‘impegno di tutti è indispensabile per ridurre il contagio e limitare al massimo la diffusione del virus.
Oppure vieni a trovarci in negozio: ci trovi a San Bonifacio (Verona) in Via Don G. Dalla Tomba 3 sulla Statale 11, di fronte al supermercato Eurospin.
Telefono: 045/6102854
Fonte dei dati e delle informazioni: La Repubblica Speciale Scienze
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